Istituto Pro Familia

Nato dall’intuizione profetica di un giovane sacerdote bresciano, don Giovanni Battista Zuaboni (1880-1939), l’Istituto Pro Familia svolge un tipico servizio di evangelizzazione del matrimonio e di promozione dei valori umani. 

«Scopo dell’Istituto Pro Familia è di abbracciare tutto ciò che riguarda la famiglia, e di dedicarsi completamente al suo sviluppo e al suo perfezionamento con spirito e intraprendenza missionaria curando Gesù sofferente nelle sue membra vitali; la famiglia scristianizzata» 

servo di Dio don G.B. Zuaboni.

L’Istituto oggi opera in diverse regioni d’Italia per la costruzione e la formazione di famiglie cristiane in cui gli sposi siano consapevoli del loro ministero coniugale nella Chiesa e nella società civile. Il Pro Familia offre la possibilità di attuare una forma di preparazione alla famiglia, che ha la caratteristica della continuità di svolgimento a partire dalla preadolescenza, e accompagna le coppie anche dopo il matrimonio per una pienezza di risposta alla vocazione coniugale e familiare e per un servizio di pastorale familiare.

 

Missionarie della Famiglia

Il nucleo dell’Istituto è costituito dalle Missionarie che, nella secolarità, si consacrano a Dio con i voti di castità, povertà e obbedienza, per la promozione dei valori della famiglia, espressivi dell’amore di Cristo. Nel paradosso del vangelo, esse rinunciano a una propria famiglia per servire le famiglie e aiutarle a scoprire e a vivere la bellezza e la verità  di tutto il discorso evangelico.

In questo modo esse seguono Cristo vergine e povero, obbediente al Padre, il Cristo che di sé dice: “Chi vede me vede il Padre”, che S. Paolo scopre e rivela come la più autentica, la sola vera “immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura” (Col 1, 15).

Le Missionarie possono vivere presso la loro famiglia o indipendenti da essa. Alcune di loro, per mettersi a più completa disposizione delle iniziative dell’Istituto, vivono in comunità di tipo familiare.

La Missionaria “rimane nel mondo, come luogo della sua vocazione e della sua responsabilità cristiana, impegnandosi perché la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale… Ancorata nella fede e nell’amore a Cristo, vuol fare della sua vita professione di serenità e di speranza davanti al mondo, un sostegno ai fratelli nella carità, un segno della supremazia dei valori spirituali” (Cost 17).

Dopo un periodo di tre anni di preparazione, in risposta alla chiamata del Signore, esprime comunitariamente il proprio impegno mediante la formula di consacrazione:

“Padre dell’amore e della vita… io offro liberamente a Te la mia esistenza… Concedimi, Signore, la tua grazia, perché la mia via possa essere “segno” della presenza di Cristo nel mondo e nella famiglia…”.

 

Apostoli della Famiglia

Nella Compagnia della Santa Famiglia sono presenti coppie di sposi che cercano di tradurre nella loro vita, con riconoscenza e gioia, i valori ideali colti nel matrimonio e nella famiglia secondo la parola di Dio, alla quale danno tutto il loro assenso di fede.

Il termine “Apostoli” non tragga in inganno. Essi sono ben lungi dall’impalcarsi a maestri. Il termine dice che, malgrado le loro incertezze e  loro limiti, si sentono “mandati” dal Signore a comunicare nella Chiesa per il mondo quella loro riconoscenza e gioia come dono che non possono tenere solamente per sé.

 

Gli Apostoli della Famiglia “si inseriscono nell’Istituto secolare con la promessa annuale di vivere lo spirito delle beatitudini in castità, povertà e obbedienza secondo il proprio stato di vita.

Si impegnano a vivere la spiritualità dell’Istituto e ad assumere la missione, in fraterna collaborazione con le Missionarie” (Cost 50).

Essi esprimono e rinnovano annualmente il loro impegno con la “Promessa”:

“…Accogli, o Signore, l’offerta della nostra esistenza che intendiamo porre al servizio del Regno di Dio, nell’Istituto Pro Familia, come Apostoli della Famiglia. Concedi a noi di imitare la comunione di vita della Famiglia di Nazaret, compiendo sempre in tutto la volontà del Padre. Fa’ che possiamo svolgere nella Chiesa e nel mondo il nostro ministero coniugale e con l’impegno di reciproca e fedele donazione, testimoniare l’amore di Cristo, sposo della Chiesa…”. Gli Apostoli della Famiglia quindi si prefiggono uno stile di vita cristiano nello spirito delle beatitudini ed esperimentano una traduzione laica e coniugale di quei consigli evangelici di obbedienza, povertà e castità che erano e sono ancora la radice della spiritualità monastica. Essi si impegnano a perseguire un ideale di obbedienza alla volontà di Dio mediante il cotante ascolto familiare della sua Parola, e la sottomissione reciproca in un amore oblativo, non possessivo, che richiede lo spirito di povertà, non solo come libertà rispetto alle cose (“la vita non vale forse più del cibo e corpo più del vestito?”) ma anche come distacco da s stessi con la vittoria quotidiana contro l’egoismo che mina i veri rapporti della coppia e quindi della famiglia. Così la castità coniugale si fonda sulla complessità, la ricchezza e la fecondità delle relazioni coniugali diventano una parola, non la sola, che gli sposi si dicono per esprimersi il loro rispetto e il loro amore.

 

Apostoli della Famiglia Vedovi

Degli Apostoli della Famiglia fanno parte anche vedove e vedovi i quali considerano la vedovanza come continuazione della vocazione coniugale e sostengono con animo forte, le conseguenti responsabilità familiari, consapevoli che, nella prova cristianamente accettata, possono contribuire validamente alla santità e alla operosità della Chiesa e dell’Istituto (cfr G.S. 48).

 

 

Collaboratori

I collaboratori sacerdoti, religiosi, laici, offrono liberamente all’Istituto, condividendone il fine, l’apporto delle proprie risorse spirituali materiali, nel modo che ad essi è più congeniale, sentendosi partecipi di un’unica famiglia spirituale da cui ricevono stimolo e sostegno.